Che fosse una Pasquetta dai toni diversi dal solito si capiva già da mesi. La Luna è nel sobrio segno del Capricorno e forma delle quadrature con una serie di pianeti in Ariete: Mercurio, Lilith e Chirone. Del resto, però, avremo anche un bel trigono con Urano in Toro per l’ora di pranzo.
Avverto una resistenza generale (me compresa) nei confronti di questo enorme cambiamento che ci coinvolge in modo così prepotente.
Tuttavia non posso dimenticare quello che abbiamo collettivamente invocato fino a ieri. Abbiamo partecipato a marce per la difesa del pianeta, abbiamo sostenuto a spada tratta le idee di Greta Thunberg e degli altri attivisti come lei, abbiamo applaudito ai ragazzi quando scioperavano e ci chiedevano “che ne sarà del nostro futuro?”
Sapevamo che un cambiamento sarebbe stato indispensabile e probabilmente avvertivamo che questa trasformazione non sarebbe stata leggera, ma profonda. Del resto come si poteva frenare una macchina come quella innescata dal capitalismo? Eravamo tutti troppo coinvolti, se ci pensiamo.
Se penso solo a me stessa, pur usando pochissimo l’auto e muovendomi molto con i mezzi, ogni anno mi sono spostata almeno quattro volte in aereo e questo lo stavo facendo già da una ventina di anni, nonostante sapessi quali danni contribuivo a creare. Mi sarei fermata se non fosse stato per questa situazione? No, sono sincera.
Io credo nell’energia e sono fermamente convinta che ogni nostro atto o invocazione in una certa direzione produca delle manifestazioni, se poi ci uniamo collettivamente, ecco che l’energia si muove più velocemente. E vedo tutto quello che ci è successo e sta succedendo in questa ottica, cioè non come un castigo divino, né come opera dei “poteri forti” che vogliono asserire un controllo sulle masse, ma come il frutto di una grande invocazione collettiva.
Viste le manifestazioni terrificanti di tale invocazione, ho ragione di credere che la preoccupazione e l’ansia siano prevalse quando ci siamo riuniti a marciare. Forse quindi sarebbe opportuno iniziare a riflettere sulle proiezioni che stiamo facendo a proposito del nostro futuro. Se invece di guardare costruttivamente ad esso ci vediamo schiavi di un potere esterno, ecco che il risultato sarà sicuramente quello di vivere in una distopia.
Non dico di chiudere gli occhi o di accettare situazioni insostenibili a lungo, ma stiamo molto attenti a come ci immaginiamo il nostro avvenire.
Nella foto Isra Hirsi, attivista americana
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