Tra poche ore (28 luglio alle 14.42) inizierà il viaggio di retrogradazione di Giove nel segno dell’Acquario, dove rimarrà per cinque mesi esatti.
Ultimamente, quando si sente parlare di pianeti in Acquario, si pensa spesso al ruolo della scienza nelle nostre esistenze. Che il 2021 sia stato un anno decisivo nel modificare la nostra percezione ed esperienza in ambito medico-sanitario è un dato di fatto.
Gli scienziati, nelle figure di virologi ed epidemiologi, hanno assunto un ruolo sempre più importante nella nostra società, del resto non solo Giove ma anche Saturno si trova nel segno del progresso e della ricerca. Rimane però, a mio avviso, un grande elefante nella stanza e cioè la carenza nel dibattito sociale, politico e mediatico di altrettanti scienziati esperti di mutazioni climatiche.
Anzi, aggiungerei che manca proprio un dibattito nel nostro paese, nonostante la questione ambientale sia la madre di tutti i problemi. Del resto, promuovere riflessioni di questo genere significa VERAMENTE mettere in discussione lo stile di vita di ognuno di noi, della società, di come produciamo e dei modelli su cui ci basiamo. Ma a quanto pare è più facile polarizzare, creare fazioni, ragionare solo per assoluti, invece di ricordarsi che le sfumature sono tante e che l’umanità è più complessa di come viene rappresentata.
Adesso mi chiederete, che c’entra tutto questo con Giove retrogrado in Acquario? C’entra eccome. È un invito a rendere le nostre vite sempre più sostenibili (l’Acquario è il segno del bene collettivo), ad adattarci ai cambiamenti all’orizzonte (il pianeta governatore dell’Acquario è l’imprevedibile Urano) e ad ascoltare la scienza anche quando ci spaventa e non ha subito rassicuranti scenari di ritorno alla normalità da servirci.
Quando il pianeta tornerà diretto, il 18 ottobre, sarà un buon momento per fare il punto della situazione.
Immagine: Deity, 2019, Daniel Popper
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