Scrivo questo post in seguito alla richiesta di una lettrice che ieri mi sembrava incerta rispetto alla nomenclatura attribuita al Plenilunio in Leone. Presso alcune fonti aveva trovato altri riferimenti, mentre nel mio post per Calendario Pagano era presente la dicitura Luna del Lupo, a suo dire erronea.

Parto con due premesse fondamentali: la prima è che nutro massimo rispetto per il lavoro altrui, in particolare se è frutto di ricerche e di studi che spesso sono supportati solo dalla passione e dalla voglia di sapere, piuttosto che da motivi puramente economici; in secondo luogo voglio specificare che non sono un’esperta di “nomenclatura lunare”. Io sono astrologa e i miei studi si rifanno principalmente alla simbologia zodiacale.

Però, se c’è una cosa che ho compreso tenendo la rubrica sulle lune piene, è che i riferimenti lunari del mondo delle tribù del Nord America (ma anche dei Celti) non vanno confusi con quelli dell’astrologia, che hanno radici altrove (Medio Oriente). Pertanto spesso nei post si sono create curiose accozzaglie di animali (lupi con i leoni) o accostamenti opposti a livello di elementi (ad esempio l’anno scorso la Luna del Ghiaccio coincideva con il Plenilunio in Leone, segno di fuoco), ma la distinzione tra i due ambiti a me è sempre stata chiara. Ritengo comunque giusto, alla luce del recente dibattito, fare chiarezza su un punto fondamentale.

Ogni civiltà ha osservato e studiato la luna

È affascinante notare come ogni popolo e civiltà della Terra abbia riconosciuto l’andamento ciclico della luna e l’abbia fatto proprio, attribuendogli significati diversi a seconda del periodo in cui il pianeta argenteo splendeva in cielo. Gli Esbat, rifacendosi a tradizioni antiche di popoli cacciatori e nomadi, riportano spesso denominazioni che fanno riferimento al mondo animale, oppure alla presenza di determinati elementi naturali che sancivano l’inizio o la fine di una stagione. Le lune piene e la loro denominazione avevano una funzione pratica: servivano a orientarsi nella successione dei periodi dell’anno. Ciò che più affascina è che possiamo notare le stesse caratteristiche anche nel mondo di oggi.

Non dobbiamo però confondere i piani, ovvero quello della dicitura lunare pagana con quello della tradizione astrologica. L’astrologia infatti nasce e si sviluppa principalmente in Mesopotamia intorno al 2000 a.C., in una terra resa fertile dal Tigri e dall’Eufrate in cui i popoli erano stanziali, dediti all’agricoltura e che, proprio in virtù di questa stanzialità, del territorio in cui risiedevano e del benessere di cui godevano, ebbero la possibilità di dedicarsi pienamente allo studio dei pianeti e delle costellazioni. Lo studio delle lune qui non era legato al semplice alternarsi delle stagioni, ma già alla divinazione.

Ogni civiltà ha il suo sistema interpretativo

Nonostante sia sempre affascinante trovare delle corrispondenze tra culture distanti tra loro (lo dice una che ha studiato letterature comparate), dobbiamo tuttavia mantenere un atteggiamento di rispetto nei confronti di civiltà così remote nel tempo. Ciò che a noi sembra accomunabile a livello simbolico non è detto che lo fosse effettivamente per quei popoli che vivevano a latitudini diverse, avevano stili di vita differenti e che probabilmente non ebbero mai l’occasione di incontrarsi.

Conclusioni

Quel che è certo è che noi possiamo trarre insegnamenti preziosi da tutte queste tradizioni, per esempio onorando la successione cronologica degli Esbat e allo stesso tempo celebrando la successione zodiacale delle Lune. In alcuni momenti però rimarremo stupiti dal fatto che un Plenilunio che un anno fa aveva una determinata nomenclatura quest’anno ne assumerà un’altra, ma questo è facilmente comprensibile se facciamo riferimento a due sistemi così diversi, che tuttavia procedono su binari paralleli.

Immagine: Signals, Matias Alonso Revelli

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